LO SAPEVI CHE
In ambito scolastico, i Comuni agiscono per competenza propria e per delega delle Regioni o delle Province.
I comuni hanno funzioni specifiche per il funzionamento dei livelli pre-primario, primario e secondario di I
grado.
Cosa può fare un’amministrazione locale?
Può e deve, quando necessario, provvedere alla realizzazione, fornitura e manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici; al trasporto, servizio di mensa gratuito o a prezzo ridotto a seconda delle condizioni economiche delle famiglie, concessione di buoni acquisto per i libri di testo, sussidi in denaro, ecc.
Gli Istituti scolastici hanno una propria autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, sperimentazione e sviluppo.
Quando si sente parlare di Istituto comprensivo facciamo riferimento ad unità amministrative che riuniscono una o più scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado, allo scopo di garantire la continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione.
IL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA
Ogni scuola predispone il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), che rappresenta il documento fondamentale costitutivo della identità culturale e progettuale della scuola stessa.
Deve essere coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studio determinati a livello nazionale e, contemporaneamente, deve riflettere le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale.
Le priorità del PTOF devono essere gli obiettivi legati al rafforzamento delle competenze linguistiche, artistiche, musicali, matematiche e scientifiche, sportive, di cittadinanza attiva, lo sviluppo di competenze digitali.
Inoltre, le scuole devono ritenere prioritari l’impulso all’alternanza scuola-lavoro, la lotta all’abbandono scolastico alle disuguaglianze di genere e alle discriminazioni.
Nel piano sono comprese le iniziative di formazione per gli studenti come il primo soccorso e le iniziative di formazione per il personale della scuola. L’autonomia didattica e organizzativa permette alle scuole di ampliare l’offerta formativa con discipline e attività facoltative che tengano conto delle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico delle realtà locali.
Come può l’amministrazione comunale interagire con gli Istituti Comprensivi autonomi al fine di integrare l’offerta formativa?
Sono fermamente convinta che un’amministrazione che abbia a cuore l’educazione culturale della propria comunità, non possa esimersi dal proporre agli Istituti dei percorsi che ritiene utili ai fini di uno sviluppo sociale, basato sulla presa d’atto di argomenti che esulano dal percorso strettamente scolastico, ma fondamentali per il rafforzamento della capacità critica dei cittadini di domani.
Volgere uno sguardo attendo alle politiche della scuola significa, secondo me, amministrare non solo per l’oggi, ma per immaginare la Grosseto di domani.
L’introduzione dell’educazione civica quale materia obbligatoria è stato un passo importante. Tardivo, ma necessario. Meglio tardi che mai direbbe qualcuno.
Bisogna dunque rafforzare la portata dei progetti già avviati dalle scuole, portando l’amministrazione – chi la rappresenta – all’interno delle aule a parlare di Costituzione, a mio modesto avviso è qualcosa mai fatto e che si deve fare.
Chi ha competenze per spiegare, illustrare, far comprendere gli articoli della nostra Carta Costituzionale, deve portarla con sé, e andare nelle aule scolastiche. È l’amministrazione che deve raggiungere gli studenti concretamente, mettendosi a disposizione, ascoltando i loro dubbi e rispondendo ai loro perché.
Non solo educazione civica.
EDUCAZIONE DIGITALE
Non dimentichiamo l’educazione digitale. Già diffusa in moltissimi Istituti Comprensivi. Anche questo è un percorso che una buona amministrazione non deve trascurare, attraverso progetti ed iniziative che aiutino i Dirigenti Scolastici ad attuare quello sviluppo digitale ormai indispensabile alla scuola dell’oggi e per quella che verrà.
Educazione digitale che non deve essere limitata all’apprendimento degli alunni, ma che deve rivolgersi, laddove ancora carente e non esaustiva, anche al personale scolastico ed al comparto docenti.
E veniamo ad una questione che ritengo assolutamente trascurata.
EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE
Ora mi direte, come può un’amministrazione intervenire, considerando la premessa secondo cui le competenze locali si riferiscono ai livelli pre-primario, primario e secondario di I grado?
La mia personale riflessione si concentra, in questo caso, sugli Istituti secondari di I grado.
Perché è importante?
L’educazione in materia di sessualità, quando è completa, va ben oltre l’informazione sulla riproduzione e sulla prevenzione dei rischi legati alla sessualità.
Si tratta certamente di una battaglia di carattere nazionale, ma non si può pensare che dal basso non si debba insistere per provare ad agire in questa direzione. Attendere non aiuta a migliorare. Attivarsi, invece, è un input a fare.
#perchinonhavoce #politichesociali