Obbligo di prestazione energetica per immobili residenziali. Consiglio comunale del 23 febbraio: il mio intervento relativamente all’ordine del giorno presentato dai consiglieri Bragaglia, Baldi, Pieraccioni, Pacella, Cerboni e Gabrielli. Si fa riferimento alla direttiva UE sull’efficienza energetica.
La direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (direttiva 2010/31/UE), modificata nel 2018 (direttiva (UE) 2018/844), congiuntamente alla direttiva sull’efficienza energetica (direttiva (UE) 2018/2002), intende garantire che ciascuno Stato membro disponga di un parco immobiliare ad alta efficienza energetica e decarbonizzato entro il 2050.
Partiamo da un dato di fatto: la neutralità carbonica al 2050 è un impegno già assunto dal nostro Paese.
“La Commissione Europea ha evidenziato che gli edifici sono responsabili a livello dell’Unione europea di circa il 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate al consumo di energia. I dati sono riferiti al complesso degli edifici che, secondo la relazione sullo Stato dell’Unione dell’energia del 2021, è per il 65 per cento a uso residenziale. Il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti e l’acqua calda per uso domestico rappresentano l’80 per cento dell’energia consumata dalle famiglie. Il 35 per cento del parco immobiliare dell’Unione europea ha più di 50 anni e quasi il 75 per cento è inefficiente dal punto di vista energetico, mentre il tasso di ristrutturazione annua è di circa l’1 per cento.” (Mozione 3/02/2023 PD)
Nel 2021 la stessa Commissione ha proposto una revisione della direttiva nella prospettiva del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050.
Nell’ottobre 2022, il Consiglio Europeo ha raggiunto l’intesa sulla proposta: per quanto riguarda i soli edifici nuovi, dal 2028, quelli di proprietà di enti pubblici dovrebbero essere a emissioni zero, e tutti gli altri edifici nuovi dal 2030; per gli edifici residenziali esistenti, gli Stati membri hanno convenuto di fissare norme minime di prestazione energetica sulla base di una traiettoria nazionale in linea con la progressiva ristrutturazione del loro parco immobiliare per renderlo a emissioni zero entro il 2050, come indicato nei loro piani nazionali di ristrutturazione edilizia.
Bene evidenziare che non è previsto alcun obbligo di ristrutturazione degli edifici esistenti al 2030, non sono previsti obblighi per i proprietari, dato che la realizzazione degli obiettivi di ristrutturazione è in capo agli Stati membri, non si prevede alcuna limitazione della possibilità di vendere o affittare gli edifici non riqualificati.
Se la preoccupazione delle varie forze politiche e di alcuni rappresentanti di associazioni di costruttori e nell’ambito dell’edilizia sono i tempi stringenti e troppo brevi per raggiungere i risultati indicati, il Partito Democratico ha presentato una mozione in Parlamento, lo scorso 3 febbraio 2023, per impegnare il Governo a:
“1) (…) ad adottare, (…) le opportune iniziative negoziali nelle competenti sedi europee volte a garantire che il testo finale della direttiva citata in premessa assicuri al nostro Paese la necessaria flessibilità, anche temporale, in fase di attuazione in ragione della peculiarità del patrimonio edilizio nazionale, e confermi la possibilità di escludere dall’ambito di applicazione della citata direttiva taluni edifici, quali gli edifici protetti, quelli di valore architettonico o storico, i luoghi di culto e attività di culto e gli edifici utilizzati a scopi di difesa e a prevedere una metodologia più armonizzata per la definizione delle nuove classi EPC, anche al fine di evitare impatti negativi sulle esposizioni immobiliari degli istituti di credito;
2) in vista dell’adozione della nuova direttiva, ad adottare le iniziative di competenza in sede di Unione europea affinché gli ambiziosi obiettivi di efficientamento energetico siano accompagnati da adeguati strumenti finanziari stanziati a livello europeo, un vero e proprio nuovo piano industriale green, affinché i costi degli interventi non ricadano sulle famiglie, in particolare modo sulle fasce economicamente più deboli, e sulle imprese;
3) ad adottare iniziative volte a garantire la continuità, il rafforzamento e una maggiore efficacia degli strumenti di finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico del Paese, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche e prevedendo la proroga della misura del superbonus 110 per cento per gli edifici adibiti a edilizia residenziale pubblica;
4) ad adottare iniziative volte a garantire la prosecuzione degli interventi di riqualificazione energetica finanziati dagli strumenti vigenti rimuovendo gli ostacoli che attualmente bloccano la circolazione dei crediti fiscali anche mediante l’eventuale coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti Spa;
5) a valutare le iniziative necessarie al raggiungimento dei nuovi obiettivi e la predisposizione del piano nazionale di ristrutturazione degli immobili anche attraverso il monitoraggio nel corso degli anni dei dati relativi al numero di immobili che hanno ottenuto un miglioramento della classe energetica, anche beneficiando delle detrazioni previste a tal fine, tra cui il superbonus 110 per cento che presenta come requisito il conseguimento di due classi energetiche più elevate e all’esito dello svolgimento di indagini conoscitive da parte del Parlamento in materia;
6) ad adottare iniziative normative al fine di garantire un orizzonte temporale di lungo termine per gli investimenti di famiglie e imprese, prevedendo un sistema incentivante che valorizzi gli interventi caratterizzati da maggiore efficacia dal punto di vista dell’efficientamento energetico.”
Seduta del 3 febbraio 2023 – “Illustrazione del Deputato Marco Simiani”
La concertazione è sempre una possibilità di confronto e raggiungimento degli obiettivi.
Di seguito il link del mio intervento.