I comportamenti devianti cui abbiamo assistito negli ultimi mesi, circoscritti in aree specifiche della nostra città, hanno generato disagio e preoccupazione da parte dei residenti delle zone interessate e dei cittadini tutti. Spesso, chi commette atti di devianza e microcriminalità agisce – ad esclusione di soggetti patologicamente disturbati per cui il discorso merita altri ragionamenti – nella non curanza dei cittadini e violando le leggi, così mostrando di non rispettarle o nella errata convinzione di poterlo fare. E perché alcune aree sono inopportunamente considerate da evitare dagli stessi cittadini, così contribuendo a renderle ancora di più “terre di nessuno”, come dice qualcuno? Molti residenti e commercianti di quelle aree non ci stanno ad essere etichettati così. In diversi lo hanno espresso in maniera chiara. Nessuna via è terra di nessuno, screditare un luogo contribuisce a denigrarlo.
Il mio punto di vista
L’obiettivo cui tendere dovrebbe, invece, essere quello di recuperare il valore storico-culturale dei luoghi della nostra città e difenderli. Immeritata è la fama che si attribuisce ad una Grosseto che può e deve essere diversa.
La microcriminalità va a braccetto col degrado urbano, che ha implicazioni che investono trasversalmente più campi d’azione, diverse aree tematiche sulle quali intervenire e finché queste non saranno oggetto di un ragionamento comune, i problemi non troveranno facile soluzione.
Tappare una buca significa mettere una toppa senza risolvere il problema. E se le buche si tappano anche senza la percezione che anche una distesa d’asfalto contribuisce all’immagine della città, vuol dire che nell’immaginario di chi amministra risolvere il degrado cittadino non ha alcun legame con la riqualificazione urbana. Via Roma, un esempio. Se prima c’erano le buche, adesso ci sono i solchi tra il riempimento di una buca e l’altra, forse ancora più pericolosi per i viaggiatori, specie su due ruote.
Fare non basta, per ricevere un applauso o risolvere parzialmente un problema. Bisognerebbe fare opportunamente e bene.
L’esempio della fibra ottica
Vogliamo parlare dei danni sui marciapiedi creati dal passaggio della fibra ottica? Restiamo in zona o ci spostiamo altrove in città, il risultato non cambia.
Siamo tutti d’accordo nel progredire tecnologicamente, senza però incidere ancora di più negativamente sul degrado cittadino. Ma il Comune dov’era quando gli interventi sono stati posti in essere? Tante le strade e i marciapiedi rovinati e non ripristinati a dovere, quantomeno agli occhi dei non addetti ai lavori.
Il Regolamento comunale per la manomissione del suolo pubblico è stato approvato recentemente, parliamo di meno di un anno addietro, il 15/06/2023. Con questo regolamento sono state indicate le modalità di intervento e di realizzazione con particolare riferimento alle infrastrutture digitali (art.21). Secondo l’art. 17 punto 4. del medesimo regolamento, il Comune . “Nel caso di “rovina” o “gravi difetti” dell’infrastruttura stradale (compresi pozzetti, chiusini, ecc…) a seguito dei lavori di manomissione della stessa e/o in conseguenza diretta dei lavori di manomissione, il soggetto autorizzato è tenuto, per 10 (dieci) anni dall’emissione del C.R.E., a ripristinare lo stato dei luoghi.”
Ci si interroga, pertanto, se non sia prevista alcuna vigilanza da parte dell’ente comunale sugli interventi di manutenzione che necessitano, se non conformi al regolamento o per danni e difetti successivamente riscontrati, di un rifacimento e/o di un eventuale contenzioso. Sembrerebbe non sia prevista una verifica in corso d’opera e si agisca solo a posteriori. Le strade e i marciapiedi già oggetto, anche nell’ultimo anno, di queste manutenzioni vanno bene così? Questo doveva essere il risultato finale e di questo ci dobbiamo accontentare?
L’idea di un interrogazione comunale
Presenterò un’interrogazione per chiedere delucidazioni in ordine a tali interventi e per capire come quest’amministrazione intenda evitare in maniera preventiva i dissesti per gli interventi futuri e per comprendere se alla luce di quelli fatti ci sono stati richiami e/o avvio di istruttorie per il ripristino dello stato dei luoghi nell’ultimo anno, a seguito dell’approvazione del Regolamento per le manutenzioni.
Se la convinzione è quella che i dissesti stradali siano lontani anni luce dal problema sicurezza, così come sembrerebbe, allora è evidente che qualsiasi ragionamento in questo senso è a senso unico. Invece si parte proprio da qui: strade (dissesti, carenze, danneggiamenti e imbrattamenti dell’arredo urbano, della segnaletica, delle targhe toponomastiche, mancata segnalazione dei cantieri stradali, pericolosi o abusivi, richiesta di interventi di adeguamento funzionale, realizzazione di marciapiedi, opere per la sicurezza, mancanza di segnaletica orizzontale e verticale); decoro urbano ed ambientale (spazi pubblici sporchi, isole ecologiche sporche, mancanza di cassonetti per la raccolta dei rifiuti, discariche, scritte ed imbrattamenti dell’arredo urbano, dei monumenti, dei palazzi pubblici e privati, elementi di degrado degli spazi privati e degli edifici privati visibili dagli spazi pubblici, elementi che costituiscono segni d’inciviltà e di degrado degli spazi urbani); problemi alle fognature (ostruzioni, danneggiamenti, rigurgiti di acque bianche e nere, pozzetti, griglie ed opere d’arte, richiesta estensione reti, adeguamenti funzionali); acque irrigue, fossi e corsi d’acqua, fontanelle, fontane pubbliche; alberature e verde pubblico (alberi pericolanti, caduta rami, siepi o rami sporgenti, cattiva manutenzione, richiesta di potatura, reimpianto, sostituzioni, sistemazione, potenziamento istallazione arredi, attrezzature ludiche); illuminazione pubblica (assenza, insufficienza, malfunzionamenti, richiesta adeguamenti, estensione nuovi punti luce).
Conclusioni
Presidiare le strade non basta, se quelle strade non sono agibili, pulite, decorose, salubri, illuminate.
Tutto questo concorre al tema del degrado cittadino, contrasto alla criminalità e implementazione della sicurezza urbana. Su ognuno di questi temi sarà necessaria un’azione in Consiglio Comunale per cercare risposte e per comprendere l’azione amministrativa effettiva.
Tutto ciò che concorre alla riqualificazione urbana conduce ad una maggiore partecipazione e la partecipazione allontana i comportamenti devianti spostandoli altrove e se la medesima ottica si estende oltre il centro, alle periferie ed alle frazioni, allora gli episodi di criminalità saranno sempre meno e più marginali e più facili da individuare e circoscrivere. Non c’è terra di nessuno, ma ci sono luoghi in cui il l’azione amministrativa “si accontenta” mirando a rispondere al malcontento. I cittadini, però, non si accontentano ed è evidente che se il pensiero comune è che Grosseto sia diventato invivibile (lasciando le classifiche e parlando con chi la vive) quanto si fa non è abbastanza.